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Pondasio: la civiltà dell'acqua

Il lavoro dell'uomo nella storica Fucina Marinelli

La vocazione alle macchine ad acqua del Pondasio è antichissima: questa località del comune di Malé infatti, posta lungo il Rabbies appena prima della sua confluenza con il Noce, si colloca in dal XIII secolo come un luogo di primaria importanza per l’economia dell’area, costellato com’era di mulini e fucine.
Nel 1280 (ma qualche traccia vi è fin dal 1215) si ricorda la presenza a Pondasio di due mulini vescovili, concessi in affitto a uomini del luogo. Nel 1387 i “molendini de Maleto in ponte Asii” erano tre, nominati negli anni successivi nei numerosi atti di investitura prima verso i nobili Caldes e poi verso i Thun, fino ai quattro, più la fucina, presenti nelle mappe del 1859.

In particolare, la fucina Marinelli rappresenta uno dei rari esempi di fucina idraulica ancora funzionante rimasti intatti sulle Alpi, un interessante museo di archeologia industriale. La sua edificazione risale tra la fine del Settecento e la fine dell’Ottocento. Nel 1859 la fucina era di proprietà degli eredi di Matteo Marinelli, con la presenza “in comunione e parti uguali” di numerosi comproprietari nelle varie famiglie Marinelli, che avevano adiacente alla fucina anche un mulino.
A questi si aggiungeva il mulino di proprietà di Giobatta Paternoster fu Giovanni.
L’opificio è ancora oggi perfettamente funzionante e fino a non molti anni fa era lo stesso ultimo fabbro che vi lavorò, l’anziano Luciano Marinelli, scomparso nel 2017, a metterla in moto a scopo dimostrativo per i visitatori. Oggi si occupano della sua valorizzazione a scopo didattico e turistico, il Comune di Malé e il Centro Studi per la Val di Sole. La fucina mostra ancora ben visibili le strutture esterne per la captazione dell’acqua, in parte infossate nel terreno e in parte sostenute da capriate lignee e pilastri in pietra. A breve distanza dalla fucina, semi-infossata nel terreno, si trova la tromba idraulica, detta anche “bót de l’òra” per l’alimentazione della forgia.
All’interno si vedono il grande maglio, con la data 1834 e la cappa alta circa 7 metri, che sovrasta imponente la doppia forgia in pietra.

 
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