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I PRIMI TRE ANNI DI VITA DEL PARCO FLUVIALE ALTO NOCE

Una cronaca per ripercorrere idee, progetti, realizzazioni

( Malé, 29 Dicembre 2018 )

di Laura Marinelli

Il Parco Fluviale Alto Noce nasce nel 2015 come Rete di Riserve Alto Noce su volontà dei tredici Comuni della Valle di Sole, la Provincia autonoma di Trento, il Consorzio B.I.M. dell’Adige, le ASUC di Monclassico e di Arnago e la Comunità di Valle che cura tutti gli aspetti amministrativi dei suoi interventi.

Il Parco collega il Parco Nazionale dello Stelvio al Parco Naturale Adamello Brenta, dalla Torbiera del Tonale alla Forra di Mostizzolo e tutela tre aree protette di importanza europea (le Zone Speciali di Conservazione, ex SIC, della Torbiera del Tonale, dell’Ontaneta di Croviana e di Arnago) e quattro riserve locali, aree umide situate nei Comuni di Vermiglio, Mezzana, Piano e Malé. 

Lo strumento della Rete di Riserve (qui diventata Parco Fluviale) è parte delle politiche nate in seno alla legge provinciale n. 11/2007, che ha introdotto la possibilità per comuni ed enti locali di attivare su base volontaria tale ente attraverso un accordo di programma tra soggetti attuatori e Provincia autonoma di Trento. In questo modo la Provincia delega agli enti locali, ispirandosi al principio di sussidiarietà, la gestione delle aree Natura 2000 non ricomprese nei parchi naturali.

Il Parco Fluviale Alto Noce gode del supporto organizzativo della Comunità della Valle di Sole, che ne è l’ente capofila, di una figura qualificata con funzioni di coordinamento  e di un budget (proveniente da fondi provinciali, dal Consorzio dei Comuni BIM dell’Adige e dalla Comunità della Valle di Sole) in grado di garantire un significativo programma di attività. L’utilizzo delle risorse si basa su un progetto di attuazione definito dal Comitato di Gestione, che è composto dai rappresentanti degli enti firmatari. Le decisioni sono attuate dalla struttura amministrativa dell’ente capofila ma priorità e modalità operative possono variare su proposta del Comitato tecnico scientifico e del Forum territoriale a cui partecipano i portatori d’interesse del territorio (pescatori, residenti, agricoltori, operatori turistici, associazioni attive nel sociale e nella cultura, ApT e Proloco). Il raccordo tra progetto di attuazione, comitato di gestione, esperti e portatori d’interesse e l’attuazione vera e propria delle azioni sono seguite dal Coordinatore del Parco Fluviale.

Nei primi tre anni di vita del Parco Fluviale sono stati avviati molti progetti, tutti ideati e costruiti in modo partecipato insieme ai soggetti interessati. Per quanto riguarda la tutela attiva e la conservazione di specie e habitat, il Parco Fluviale ha cercato di ripristinare, in collaborazione con la locale associazione dei pescatori e il Servizio bacini montani della Provincia, alcune rogge (canali irrigui di fondo valle) che negli anni erano state cementificate o rettificate, per renderle più favorevoli alla riproduzione delle trote marmorate. In collaborazione con il Servizio foreste e fauna, sono state inoltre ripristinate diverse pozze naturalistiche per gli anfibi e sistemate alcune aree umide, nonché recuperato prati aridi che si stavano imboschendo. Un’altra importante azione è stato il contenimento sperimentale di molte piante esotiche invasive che si stanno espandendo in Val di Sole e di cui si parla anche in questo volume.  Grazie alla collaborazione con il Servizio sostegno occupazionale e valorizzazione ambientale (SOVA) della Provincia si è potuto procedere al mantenimento di torbiere, prati di versante che stavano cedendo terreno al bosco, favorendo al contempo l’occupazione delle fasce più deboli della popolazione.
In questi anni sono stati attivati studi integrativi per  approfondire la conoscenza dello stato del nostro ambiente. Tra questi, uno ha riguardato la qualità delle acque dal punto di vista chimico mentre un altro, condotto dal MUSE, ha riguardato la distribuzione dell’avifauna, delle farfalle, degli insetti acquatici e dei chirotteri. Per questi ultimi, sono state realizzate casette in legno, poi distribuite alla popolazione interessata. Infine, sempre sul versante della conservazione di habitat e specie, è in corso di approvazione il piano di gestione, un documento programmatico che guiderà le scelte in materia di biodiversità del fiume Noce per i prossimi 12 anni.

Con il motto “senza conoscere non possiamo proteggere”, il Parco Fluviale ha assunto anche l’educazione ambientale tra i suoi compiti primari, puntando ovviamente sulle nuove generazioni. In tal senso è andato il sostegno al Centro di Formazione Professionale Enaip di Ossana nel diventare il primo caso di istituto alberghiero certificato “EcoRistorazione”; oppure il coinvolgimento di oltre 500 ragazzi dalle scuole medie in un progetto di conoscenza ed esperienza sul Noce e i suoi affluenti, percorso che si è concluso con 15 bellissime tele dedicate alla biodiversità del Noce. Le scuole elementari della Val di Sole hanno potuto costruire insekten hotel, grazie a un progetto finalizzato alla conoscenza della microfauna. Per le scuole dell’infanzia sono stati invece attivati laboratori esperienziali sull’acqua a cui hanno partecipato più di 10 scuole e più di 300 bambini.

Nel lavoro di educazione ambientale il Parco Fluviale ha cercato anche di coinvolgere residenti e turisti con la puntuale comunicazione delle proprie attività e soprattutto attraverso eventi e cicli di incontri divulgativi; rassegne annuali ed estive, gite e feste “biodiverse” che, anche grazie al supporto di numerose associazioni locali, hanno riscontrato un successo crescente di anno in anno.

Lo sviluppo locale sostenibile è il terzo cardine della filosofia del Parco Fluviale. L’adesione alla Carta Europea del turismo sostenibile e le attività di formazione degli operatori outdoor vanno in questa direzione. Così come progetti articolati quali “Amici a Sei Zampe” e “Prati fioriti”, che nascono dalla collaborazione con gli Apicoltori Solandri e hanno permesso il coinvolgimento dell’Azienda turistica locale (che a sua volta ha coinvolto alberghi e strutture ricettive) in un lavoro assolutamente centrale per il mantenimento della biodiversità degli ambienti del Noce. In questa direzione è andato anche il sostegno al progetto multimediale “NOCE 360”, una piattaforma web che rende possibile la visita del fiume Noce attraverso due video 360° e una mappa interattiva dove a ogni punto di interesse storico e naturalistico corrispondono contenuti testuali, immagini e video.

Altri due progetti molto importanti sono in fase di realizzazione. Il primo riguarda i “Noce box”, 13 piccole sedute che mettono a disposizione degli utilizzatori della pista ciclopedonale una ricarica di bici elettrica, una seduta, una fontanella e informazioni sugli habitat, sulle specie e sulla storia del Noce. Il secondo è il centro visitatori dell’Ontaneta di Croviana, che sorgerà ai margini della pista ciclabile e potrà far riconoscere a un vasto pubblico l’importanza di quest’area protetta assolutamente unica.

Merlo acquaiolo sul Noce (foto Mattia Dori)
Merlo acquaiolo sul Noce (foto Mattia Dori)
 
Noce bianco (foto Giorgio Dalvit)
Noce bianco (foto Giorgio Dalvit)
 
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